Come uccidono le brave ragazze - Recensione
Come uccidono le brave ragazze è ufficialmente disponibile in streaming su Netflix.
Grazie alla piattaforma abbiamo avuto la possibilità di vedere la serie in anteprima, di seguito la recensione.
Come uccidono le brave ragazze nasce come adattamento dell'omonima trilogia d'esordio di Holly Jackson. Bestseller statunitense diventato virale su Tiktok in pochissimo tempo, che in circa quattro anni dalla prima pubblicazione continua ad attirare sempre più giovani lettori incuriositi, alcuni tentati anche in ottica dell'adattamento su schermo.
Holly Jackson attinge dal filone del crime, genere tanto amato e conosciuto nell'immaginario collettivo, e lo rende suo utilizzando il linguaggio del giallo per scrivere dei libri YA (Young Adult) con tutte le caratteristiche in grado di catturare l'attenzione delle nuove generazioni.
Niente di rivoluzionario nei temi e negli espedienti; il giallo è tra i generi più venduti di sempre, e i giovani detective non sono una novità, basta pensare anche solo ai famosissimi Nancy Drew, Veronica Mars o Detective Conan.
Possiamo trovare molta originalità nel lavoro della Jackson guardando il risultato finale e analizzando il modo in cui utilizza la semplicità per creare storie complesse e piene di sorprese.
L'autrice ci fa prendere una boccata d'aria fresca utilizzando un ritmo incalzante che ci lascia sempre sulle spine, e ci invoglia ad andare avanti per scoprire sempre più dettagli sui misteri che viene lentamente smascherato. Nonostante l'ingegno della protagonista il libro si porta dietro tutte le incertezze e gli errori che realisticamente seguono un'adolescente che entra lentamente a contatto con il mondo degli adulti.
La serie riprende di pari passo la trama del primo romanzo, un incipit secco e diretto: una maturanda decide di improntare la sua tesina sull'indagine di un noto caso di omicidio avvenuto nella sua cittadina di provincia che ha coinvolto una coppia di fidanzati poco più grandi di lei. Un caso ormai chiuso che si porta dietro molti dubbi e misteri, oltre a molte informazioni mancanti che le fanno pensare che il colpevole potrebbe in realtà essere innocente. Per la polizia Sal Singh ha assassinato la sua fidanzata Andie a seguito di una lite, e per i sensi di colpa si è tolto la vita dopo aver confessato il crimine con un sms inviato al padre. Ma Pippa Fritz-Amobi (Emma Myers) vuole a tutti i costi dimostrare che Sal è in realtà innocente, e per farlo chiede aiuto a Ravi (Zain Iqbal), il fratello del presunto assassino. I due iniziano una lunga indagine amatoriale che li porterà a scoprire tutti i macabri segreti nascosti tra le mura della loro pacifica cittadina di campagna inglese.
Una coproduzione Netflix e BBC tramite Moonage Pictures, ideata da Poppy Cogan e diretta da Dolly Wells, con la partecipazione attiva di Holly Jackson sia in fase di scrittura sia in fase di riprese. Un coinvolgimento che avrebbe dovuto garantire un risultato impeccabile, che però non sembra essere stato abbastanza efficiente.
Lo zampino della BBC si percepisce fin da subito con i colori e la colonna sonora, tipici delle numerose serie crime inglesi, che fanno del grigio cielo britannico un terreno fertile su cui erigere storie di brillanti detective solitari alle prese con terribili crimini rimasti irrisolti.
La serie, così come il libro, vuole portare il genere crime ad un pubblico più giovane e renderlo più accattivante utilizzando il linguaggio tipico della Gen Z, i podcast, i Social Network e altre furbizie che si allontanano sempre di più dai metodi tradizionali utilizzati dalle capostipite dell'investigazione privata come Jessica Fletcher o Miss Marple.
Un cast composto quasi esclusivamente da volti nuovi con cittadinanza britannica.
Per la maggior parte dei giovanissimi attori, Come uccidono le brave ragazze rappresenta il primo ruolo importante, ad eccezione di Emma Myers, che vediamo nel ruolo della protagonista. L'attrice (l'unica statunitense presente nel cast) aveva già collaborato con Netflix recitando in Mercoledì e Family Switch, ma questo è il suo primo ruolo da protagonista, e per la prima volta vola oltreoceano per lavoro con tante aspettative sulle spalle.
Tutte le riprese sono avvenute a Bristol e nei dintorni, e rispecchiano alla perfezione le atmosfere descritte nel libro.
La serie è composta da soli 6 episodi da circa 40 minuti ciascuno. Forse non sono abbastanza per rendere giustizia al materiale di base; il ritmo pieno di suspense e colpi di scena che caratterizzava il romanzo sembra molto diluito nella serie, e quando arrivano i veri plot twist sembrano un susseguirsi di deus ex machina. Paradossalmente, nel momento in cui vengono svelate le svolte di trama le conclusioni sembrano affrettate e prive di senso.
La Pip della serie perde grinta e sembra non essere padrona dell'azione, è come se gli eventi guidassero lei e le si presentassero davanti da soli. Non ha vere e proprie piste da seguire che potrebbero sviare il caso in tutte le direzioni, e non indaga assiduamente su nessuno dei sospettati. Le informazioni chiave che vengono allo scoperto sembrano emergere in autonomia, e una strana melancolia accompagna Pip per tutta la durata delle indagini, mutando la sua passione e il suo bisogno di ottenere giustizia per un modo di combattere i sensi di colpa.
Per far capire allo spettatore che Pip conosceva sia Andie sia Sal ci viene mostrato un flashback riproposto in più episodi: vediamo una giovane Pip sola nei corridoi di scuola incontrare per caso prima Andie e poi Sal, esattamente nel giorno della scomparsa della ragazza. Pip sembra sentirsi in colpa per aver dato a Sal un'indicazione su dove trovare la fidanzata, e per come ci vengono mostrati i fatti sembra sentirsi in colpa per l'omicidio di Andie.
La forza che spinge Pip a riesumare il caso sembra essere prettamente collegata alla volontà di rimediare ad un qualcosa del passato, come se fosse lei stessa ad aver guidato Andie verso il suo triste destino.
Appaiono più deboli anche i personaggi secondari. Alcuni restano sullo sfondo senza nessun tipo di approfondimento, altri, senza spirito proprio esistono in funzione della trama e seguono Pip alla cieca. In altri personaggi vengono invece fuse le caratteristiche appartenenti a più figure nei libri, e tutto ciò che va ad intaccare anche i colpi di scena finali, privandoci del totale effetto sorpresa.
Se l'intento dell'ideatrice della serie era quello di proseguirla per tre stagioni (una per ogni libro), da lettori ci sorgono molti dubbi sulla scelta narrativa legata alla rimozione di un personaggio chiave per il secondo romanzo, nonché importantissimo anche per Come uccidono le brave ragazze. Si tratta di Stanley Forbes, un losco giornalista da subito nella lista dei sospettati per i suoi strani modi di fare.
Quella che poteva essere una bellissima serie crime per ragazzi finisce per essere un prodotto discreto nello stile di una soap opera che perde acqua da molti buchi, e sacrifica l'occasione che le avrebbe permesso di diventare il nuovo prodotto di punta sia per Netflix sia per la BBC.
Sarà interessate scoprire se la serie avrà una buona performance, e soprattutto capire se sarà approvata dai giovani lettori che da anni dimostrano molto amore per la trilogia.
La prima stagione di Come Uccidono le Brave Ragazze è disponibile da oggi su Netflix.